mercoledì 9 ottobre 2013

Un ragazzo socialmente costipato

Stavo ripensando - chissà perché poi quasi tutti i post di questo blog iniziano così - ad un incontro che ebbi con un ragazzo spagnolo che era appena arrivato qua. Ci incontrammo per una pausa caffè - che poi per me non era una vera pausa caffè, visto che ormai ho sviluppato una preoccupante dipendenza per il tè cinese. Ad ogni modo, dicevo, mi raccontò di quando per caso, girando per le stanze del KTH che richiedono codici e carte, si era ritrovato in un dipartimento a lui ignoto.

"Non sapevo se potevo stare lì, allora sono andato da una ragazza svedese che pranzava con dei suoi connazionali. Le ho chiesto informazioni e ci ho chiacchierato un po'".

Un evento normale,no? La mia faccia rimase pietrificata dallo stupore. Mi chiesi, dentro di me: "tu cosa?!? Sei andato ad attaccare bottone con una persona svedese?". Poi ripensai a me un anno fa: la novità, la voglia di socializzare, la voglia di integrarsi. Tutto ciò avrebbe avuto senso.

Tutto questo era nella mia testa oggi, intanto che ero a correre e attraversavo il ponte che collega Nacka e Boo. Una quantità impressionante di alberi dalle foglie rosse e gialle si mescolava alle casette di legno sugli scogli. Nonostante il paesaggio da quel ponte continui a lasciarmi senza fiato penso che stare un anno in Svezia mi abbia reso socialmente costipato.

3 commenti:

  1. Comunque a me 'sta cosa che siccome X è svedese allora l'eventuale Y italiano/spagnolo/vagamente socievole deve adeguarsi alla assoluta arretratezza relazionale della Svezia mi sta un po' qua. Nel senso, la Svezia è avantissimo in mille campi e siamo tutti d'accordo, ma è indubbio che hanno qualche problema nel parlare tra loro. NOI ESSERI PARLANTI POSSIAMO AIUTARLI :)

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  2. Amici, lanciamo una campagna per latinizzare in positivo il nord Europa... un abbraccio a Comfort (alle prese con gli svedesi) e uno ad Ale (alle prese con i torinesi) ;-)

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