domenica 30 settembre 2012

Quell'estate.

Stamattina mi sono svegliato con quel sapore, in bocca e in testa. Quel sapore di quell'estate. Quell'estate in cui, pur rimanendo sempre nello stesso posto, e vedendo le stesse persone, tutto era diventato nuovo per me. Era come ricominciare da zero. La paura, ma soprattutto l'eccitazione, mi assaliva; e non riuscivo mai a fermarmi. Era l'estate del 2006, e niente sarebbe stato più come lo conoscevo. Una verità, che serpeggiava da anni dentro di me, era venuta fuori. È stata l'ultima volta in cui ho dato una netta svolta alla mia vita.

Sei anni dopo, provo di nuovo la stessa sensazione. Ancora mi meraviglio di come io faccia a trovarmi qui. Come abbia fatto la mia mente a concepire questo pensiero, questo desiderio. Era ignoto allora, e lo è tutt'oggi. Però è proprio questo che mi fa sentire vivo, perciò non posso fare altro che ringraziarla.

martedì 25 settembre 2012

Dedicato a chi ho lasciato nel Bel Paese.


On air:  Somewhere,
Scissor Sisters

A volte vorrei farvi vedere quello che i miei occhi, a tratti, vedono. Vorrei portarvi in quel mondo in cui ci si emoziona per cose banali, come la tunnelbana che sfreccia sull'acqua, o i neon della stazione di Slussen. La quasi ormai giornaliera visione dei cervi nella foresta - e non sto parlando del mio sobrio orecchino. La vista di un papà che spinge il tipico passeggino da trekking. Quel mondo in cui la possibilità di avvicinarsi tangibilmente ai propri sogni, al punto di poterli sfiorare, o forse addirittura anche afferrare, si prospetta davanti a noi.
La distanza dal mio ritorno per le vacanze sta iniziando a farsi sentire, e sto cercando di vivere a fondo tutto questo; per non pensare che sento la vostra mancanza.

mercoledì 19 settembre 2012

Ci sono dei giorni.


Laleh

Ci sono dei giorni in cui il tuo cervello cerca di interpretare le parole delle persone che parlano svedese come se fossero italiane. Riesce a ricostruire intere frasi di senso compiuto. Però non c'è correlazione tra il loro significato e quello che gli autoctoni in questione intendevano esprimere.

Ci sono dei giorni in cui esci di casa e ti sembra di incontrare ovunque persone che hai lasciato nello Stivale. Ti avvicini così tanto a loro che arrivi quasi ad abbracciarle, e poi ti rendi conto che era una tua costruzione mentale, e che loro non possono essere qui perché non sei più nel tanto amato e allo stesso tempo odiato Bel Paese.

Ci sono dei giorni in cui per degli attimi vivi un'allucinazione in cui non hai mai lasciato casa, e poi di botto torni alla realtà; oggi è uno di quelli.

sabato 15 settembre 2012

Hai preso l'autobus?


On air: Together,
Patrick Wolf

Slussen è una zona di Södermalm con una grande stazione degli autobus. Ha un certo fascino secondo me. Dei neon colorati formano degli schizzi su un muro, e illuminano l'asfalto ormai deformato dai pesanti autobus a fisarmonica - o almeno è così che io li chiamo. Una volta arrivati si possono notare per ogni piattaforma gli schermi che indicano tra quanto arriverà l'autobus a quella fermata. A volte capita di dover correre per poter prendere l'autobus che parte dalla piattaforma P, una delle più lontane dall'uscita della tunnelbana. Oggi dovevo andare a prendere l'autobus proprio da quella piattaforma, e osservando lo schermo ho notato che avevo ancora un minuto.

Inizio a correre. Vedo da lontano sul display apparire la scritta "nu", che significa ora. La porta si chiude, poi si apre di nuovo. Forse mi ha visto, e pensa che voglio salire. Faccio un ultimo sforzo, per quanto mi costi, visto come sono fatto.

La porta si chiude di nuovo e l'autobus parte. Questa volta ce la potevo fare, ma l'ho proprio perso. Vorrei poter promettere a me stesso che non succederà di nuovo, ma non credo sia possibile.

I neon della stazione di Slussen
La corsa verso la piattaforma P

domenica 9 settembre 2012

La Svezia e i Maya.

On air: Supernature,
Inkubus Sukkubus

Ogni tanto mi torna in mente la ormai famosa profezia Maya, ovvero quella secondo la quale il 21 dicembre prossimo accadrà un evento di proporzioni planetarie. La maggior parte degli abitanti di questo pianeta decreta che avverrà la fine del mondo. Io non mi intendo molto di queste cose ma una persona a me molto cara ha una certa esperienza nel campo. Il link posto qua sopra fa riferimento a momenti passati con questo guru che ricordo con un po' di nostalgia. Ad ogni modo, T., così verrà chiamato l'esperto nel settore, sostiene che forse la profezia non è da prendere alla lettera. Magari si tratta della fine del mondo come noi lo abbiamo conosciuto finora.

Vi starete chiedendo cosa c'entra tutto questo con la Svezia. Beh, devo dire che per me un po' c'entra. Io non so cosa succederà il 21 di dicembre, però mi piace prenderlo, per gioco, come punto di riferimento per fare a me stesso, e a quelli che mi stanno intorno, una domanda.

Se tu sapessi che la fine del mondo fosse imminente cosa faresti?

Mi sono posto di nuovo questa domanda proprio oggi, ad un mese dal mio arrivo in Svezia. Durante questi 30 giorni sono successe tantissime cose. Forse sarà che vivo in un mondo tutto mio, ma credo di aver visto e provato alcune delle cose più belle di tutta la mia vita. Forse sarà che vedo il mio rientro nel periodo natalizio come non troppo lontano, ma credo che qua le giornate volino.

Forse sarà che ho fatto talmente tanti sacrifici per poter trovarmi qua ora, che se sapessi che stesse per finire il mondo continuerei a fare le stesse cose che sto facendo ora.



mercoledì 5 settembre 2012

Ti dedico una canzone.

La dedico proprio a te. A te che continui a bestemmiare nella tua lingua, mentre stiamo facendo il tutorial. A te che fai l'aria spallata tutte le volte che ti viene chiesto qualcosa. A te che quando hai la possibilità di andartene lo fai, nonostante ci sia qualcuno che può avere bisogno di aiuto. A te che improvvisamente ti avvicini, ma solo perché ne puoi trarre profitto.



symmetry
you must work in symmetry
you must earn their empathy

sabato 1 settembre 2012

I cracker svedesi e Anna Frank.

Cari lettori e lettrici, ho un nuovo consiglio per gli acquisti: i buonissimi cracker svedesi. Si chiamano knäckebröd (sì, rientra nella categoria delle parole per me ad oggi impronunciabili). Hanno solamente due piccoli difetti. Prima di tutto, una volta iniziato a mangiarli, non si riesce più a smettere.

Il secondo difetto l'ho scoperto mentre li stavo divorando oggi, nel cortile del campus principale del KTH, e dei ragazzi accanto a me stavano dormendo sull'erba.
Ma voglio lasciare che un video parli per me.